Quanto costa mettersi in regola con il DVR | Area81 (2024)

Qual è il costo del Documento di Valutazione dei Rischi per mettersi in regola?

Occorre innanzitutto fare una precisazione: chi solitamente si pone questa domanda si aspetta una risposta secca, con una cifra fissa, in modo da sapere fin da subito quale cifra andrà a spendere per mettersi in regola.
La messa in regola, però, non è come un oggetto che viene acquistato a un prezzo definito in anticipo: si tratta più che altro di un processo messo in moto per garantire, insieme al datore di lavoro, le migliori condizioni di sicurezza ai lavoratori. Il prezzo finale dipende quindi da una serie di variabili, di cui è comunque possibile farsi un’idea in anticipo se si conoscono alcuni elementi.

DVR prezzo: Come si calcola il costo documento valutazione rischi

Il documento di valutazione dei rischi non è un documento con un formato standard, ma ha caratteristiche specifiche e proprie per ciascuna realtà aziendale. Viene redatto a seguito di una valutazione che considera molteplici aspetti, come l’attività dei lavoratori, la sicurezza dei macchinari e degli impianti, le eventuali sostanze impiegate nei processi.
Il fine della valutazione dei rischi è quello di rendersi conto delle condizioni di sicurezza aziendali in modo da poter programmare interventi più o meno urgenti a tutela dei dipendenti.
I costi DVR dipendono quindi dalle dimensioni aziendali, dal numero delle attrezzature e dei lavoratori e anche dal tempo necessario per la raccolta ed elaborazione di tutte le informazioni.
Inoltre, per meglio preventivare il costo del DVR è consigliabile un sopralluogo in azienda per valutare bene la situazione e quindi sapere cosa fare per mettersi in regola.

Chi non abbia mai fatto nulla in materia di sicurezza deve prendere in considerazione, oltre al documento di valutazione dei rischi, anche i corsi di formazione obbligatori, come primo soccorso, antincendio e la formazione collettiva a tutti i lavoratori il cui importo si somma alla “valutazione dei rischi”.

Costo DVR: quanto costa aggiornare il DVR

Dopo aver delineato alcuni dei fattori che incidono sul costo del DVR, facciamo qualche esempio pratico e vediamo un esempio di costi per l’aggiornamento del DVR.

Una valutazione dei rischi con stesura di relativo documento può costare:

  • A partire dai 300 euro + IVA per piccole attività a basso rischio e pochi lavoratori (uffici, bar, negozi).
  • Fino ai 600-800 euro per attività a rischio medio e un numero discreto di lavoratori e fasi di lavoro (officine meccaniche, falegnamerie, carrozzerie).
  • Oltre i 1000 euro per realtà più grandi o complesse.

I prezzi sono indicativi e servono solamente per orientarsi tra i costi di consulenza in materia di sicurezza sul lavoro. Volendo scendere più nel dettaglio, è possibile poi stimare verifiche più precise per determinate attività lavorative e identificare di conseguenza alcuni DVR economici.

A questo prospetto deve poi anche essere aggiunto il costo del corso di sicurezza sul lavoro che, per quanto non strettamente legato alla presentazione del documento di valutazione dei rischi, è comunque una importante voce dal considerare nella stima del costo totale per le buone pratiche di sicurezza sul lavoro.

Prezzi DVR elettricisti

In questo caso l’analisi deve valutare l’eventuale utilizzo di attrezzi e materiali tipici della professione, come: trapani (radiali, elettrici, a colonna), troncatrici, carrelli mobili ed elevatori, presse, smerigliatrici e seghe (circolari, a denti fini, etc).

Il documento dipenderà poi anche dalle prestazioni specifiche che possono essere effettuate all’interno di questa attività (installazioni, allacciamenti, collaudi, manutenzioni, etc) e del contesto in cui queste avvengono.

Prezzi DVR officina

Tra le attività svolte in questo contesto troviamo: ispezione del veicolo tramite sollevamento dello stesso o apertura del cofano, sostituzione e riparazione di elementi dell’impianto elettrico, prove su strada dell’autovettura, controllo dell’impianto frenante. Vengono ovviamente comprese anche attività di ordinaria amministrazione e ricevimento della clientela.

Anche l settore delle officine meccaniche prevede l’utilizzo di attrezzature e materiali specifici, che devono essere inclusi e valutati anche in fase di redazione del DVR. Tra questi, dovranno comparire anche: trapani, seghe, saldatrici, idropulitrici, smerigliatrici, ponti sollevatori, batterie e caricabatterie.

Prezzi DVR attività commerciale

In questo caso la categoria prevede una tipologia molto vasta di attività commerciali. A seconda della merce e dei prodotti venduti, ciascuna attività commerciale può prevedere diverse attrezzature e diversi fattori di rischio.
In generale, però, si possono ritrovare attrezzature comuni e diffuse (come: registratori di cassa, computer, stampanti e fax, telefoni) e lo svolgimento di attività come l’accoglienza e il servizio al cliente, la pulizia dei locali, lo stoccaggio della merce.

Prezzo DVR ristorante o bar

Anche in questo caso, la categoria è molto ampia e prevede al suo interno diverse possibilità che dipendono dalla tipologia specifico di servizio offerto.
In generale, attività di ristorazione devono, nella maggior parte dei casi, includere nel DVR elementi quali l’utilizzo di: forni (elettrici, a gas, microonde, a legna), abbattitori, frigoriferi e freezer, affettatrici, centrifughe e frullatori, lavatrici e lavastoviglie.

Le specifiche attività che vengono prese in considerazione sono, oltre alla preparazione delle pietanze e al loro servizio al tavolo o al banco, anche attività di movimento e stoccaggio delle materie prime nei magazzini, attività di amministrazione e gestione, attività di accoglienza dei clienti.

Prezzo DVR distributore di carburante

Le attività previste in questo caso possono variare sulla base dei servizi offerti. Oltre al rifornimento di carburante (che a sua volta include erogazione, pulizia e rifornimento all’ingrosso), un distributore di carburante può anche prevedere servizi di bar e ristorazione, oppure di manutenzione e riparazione delle autovetture.
In questo caso la valutazione del rischio si fa più composita, e anche il prezzo è destinato ad aumentare.

I fattori presi in considerazione sono gli stessi per tipologie analoghe di attività. Se il distributore include anche un bar, chi effettua la valutazione prenderà allora in considerazione anche elementi del settore della ristorazione. Lo stesso avviene nel caso in cui contestualmente al distributore di carburante siano presenti servizi riconducibili a quelli di un’officina meccanica.

Tra gli strumenti utilizzati, la valutazione dovrà analizzare anche autocisterne, materiali infiammabili, avviatori, batterie e idropulitrici.

Prezzo DVR COVID

Negli ultimi mesi, a seguito del diffondersi dell’epidemia di COVID-19, è stato necessario per molte attività integrare il DVR già presentato. Questo vale soprattutto per i lavoratori che svolgono attività che comportano un incremento del rischio di infezione. In questi casi il rischio legato al COVID-19 è considerato un rischio professionale a tutti gli effetti.

Secondo la Direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020, infatti, il virus SARS-CoV-2 (responsabile della pandemia di COVID-19) è da inserirsi nell’Elenco degli agenti biologici che possono causare malattie infettive nell’uomo. È poi la stessa Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro a ribadire che il rischio legato al COVID-19 dovrebbe essere previsto anche in materia di valutazione della sicurezza sul lavoro.
In Italia la direttiva UE ha trovato applicazione nel DPCM del 24 ottobre 2020.

Integrazione DVR COVID-19: chi deve farla?

Fanno parte del gruppo di persone per cui il COVID-19 viene considerato un rischio professionale, ovviamente, tutte le persone che per esempio operano in contesti sanitari. Non solo ospedali e cliniche, ma anche RSA e studi medici privati (studi odontoiatrici, oculisti, medici di base etc). In questo caso le attività dovranno provvedere a una valutazione del rischio connesso al fattore biologico e aggiornare di conseguenza il DVR.

L’integrazione del DVR in materia di rischio da COVID-19 deve quindi essere presentata in tutti quei contesti in cui il rischio è maggiore che per il resto della popolazione. In questi casi non si parla tanto di aggiornamento: ciò che occorre fare è piuttosto integrare con nuove informazioni e azioni il DVR già presentato.
L’aggiornamento del DVR spetta, come in altre situazioni, al datore di lavoro.

Integrazione DVR COVID-19: quanto costa?

Il prezzo richiesto per un’integrazione di questo tipo segue l’andamento già previsto per la versione base del documento, quindi in base alla tipologia di attività svolta e al numero di dipendenti.
In linea generale, un’integrazione di questo tipo può andare dai 50 ai 200 euro.

Quali sono le sanzioni in caso di assenza del DVR?

È bene ricordare che l’assenza di DVR o la sua compilazione incompleta vengono puniti con ammende e periodi di reclusione, di entità variabile in base alla tipologia di mancanza commessa.

In particolare si parla di:

  • Arresto da tre a sei mesi o ammenda fino a 7862,37€ in caso di omessa valutazione dei rischi o mancata compilazione del DVR.
  • Ammenda fino a 4511,96€ nel caso in cui nel DVR siano omessi alcuni elementi come i ruoli previsti dall’organizzazione dell’azienda, il programma delle misure integrative e le misure di prevenzione e protezione previste.Ammenda fino a 2457,01€ in caso di adozione del DVR senza la valutazione completa dei rischi o senza l’individuazione di mansioni che espongano i lavoratori a rischi specifici.

Perché è fondamentale il DVR?

Una valutazione dei rischi fatta bene con l’individuazione degli interventi migliorativi per la sicurezza e la salute dei lavoratori consente all’impresa di lavorare meglio abbassando la probabilità di farsi male o ammalarsi con evidenti vantaggi economici e produttivi.

Quando aggiornare il DVR

Secondo l’Art. 29, D.Lgs. 81/08 il documento di valutazione dei rischi deve essere aggiornato “in occasione di modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione o della protezione o a seguito di infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità”.

La legge non impone, quindi, una frequenza fissa in cui presentare un nuovo DVR, ma la decisione di aggiornarlo spetta al datore di lavoro.
In generale, è consigliabile procedere a un aggiornamento del DVR ogni tre anni, a meno che non subentrino fattori che richiedano un aggiornamento o un’integrazione. Tra questi, abbiamo appena visto come l’epidemia di COVID-19 abbia richiesto da parte di molte aziende un aggiornamento in questo senso.

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Author: Catherine Tremblay

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